Docenti per un giorno all’Università dell’Aquila sull’inquinamento da microplastiche
Secondo quanto confermato da una stima del World Economic Forum, i rifiuti di plastica inquinano sempre più gli oceani: basti pensare che entro il 2050 il peso delle plastiche presenti nei mari sarà superiore a quello dei pesci.

Gli studenti e le studentesse del Liceo”M. Delfico” di Teramo sono partiti da qui, con la volontà di approfondire il tema dell’inquinamento da microplastiche nel mare Adriatico per sensibilizzare la propria comunità scolastica, ma non solo. Nel 2022, dopo qualche mese dalla fine del percorso di monitoraggio civico, sono stati i protagonisti di Street Science - La Ricerca al Centro, iniziativa che li ha visti indossare i panni di docenti per un giorno all’Università degli Studi dell’Aquila. È stato emozionante, per loro, raccontare l’esperienza di cittadinanza attiva svolta nell’ambito del percorso ASOC, i risultati raggiunti e tutte le fasi del monitoraggio civico del progetto Interreg NET4 PLASTIC, grazie al quale hanno avuto diverse opportunità di approfondimento. Tra tutte, quella più significativa è stata assistere in prima persona ai processi di analisi chimiche e rilevamento di microplastiche e metalli pesanti nei molluschi bivalvi presso l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Abruzzo e del Molise "G. Caporale" (IZSAM).
Con un finanziamento di oltre 2 milioni di euro provenienti dalle risorse della coesione, l’intervento scelto dal team Con_CorrentidelMare, osservato dagli studenti nelle ultime fasi della sua realizzazione, aveva l’obiettivo di monitorare sulle coste italo-croate la presenza di plastiche in spiagge, sedimenti e habitat marini, al fine di sviluppare strumenti innovativi di previsione e sistemi di allerta rapida per le autorità locali e gli operatori del settore.
Un obiettivo da perseguire e raggiungere, soprattutto dopo le informazioni raccolte nell’ambito del percorso ASOC 2021-2022: “dalla nostra ricerca dati si evidenzia che il Mar Adriatico risulta essere uno dei bacini più inquinati su scala globale a causa dell’apporto dei 62 fiumi principali che in esso si riversano e della scarsa prevenzione a monte. Inoltre, il bacino Adriatico presenta un elevato numero di impianti di acquacoltura e la situazione generale può peggiorare per lo scarso ricambio d'acqua”.
Dopo diverse interviste e ricerche sul campo, gli studenti hanno rilevato l’esistenza e l’importanza di un protocollo unico di rilevazione dati riconosciuto e condiviso dagli enti interessati, che rappresenta uno dei punti di forza dell’intero progetto, così come si legge anche nel report Monithon del team.
Gli studenti e le studentesse abruzzesi hanno dimostrato una grande competenza nell’analisi dei dati e nella ricerca di informazioni provenienti da diverse fonti, tenendo conto di tutti i soggetti coinvolti nel progetto osservato: tra questi le Università di Ferrara e di Trieste, la Regione Marche e partner croati come l’Università di Spalato e PI RERA SD, un'istituzione nata con l'obiettivo di coordinare in maniera efficiente lo sviluppo e l'implementazione di progetti finanziati da fondi europei, nazionali e regionali.

dell'Abruzzo e del Molise "G. Caporale"
Raccontano le studentesse Valentina Rastelli e Chiara Rosaspina: “partecipare ad ASOC è stata una grandissima opportunità. Ci ha permesso di analizzare in maniera più specifica un argomento all’epoca poco diffuso, ci ha reso più responsabili e protagonisti nel ruolo di cittadini attivi, capaci di contribuire alla promozione di una tematica importante. Il nostro monitoraggio è stato anche al centro del nostro esame di maturità. Ognuno di noi ha infatti portato alla luce i risultati raggiunti durante il percorso didattico, senza dimenticare che questo ha influito sulle scelte universitarie di alcuni di noi”.
Gli studenti e le studentesse teramani sono stati dei veri pionieri, riuscendo a puntare i riflettori sull’inquinamento da microplastiche con serietà e impegno, e imparando che anche una piccola azione può fare la differenza per salvare il mondo