Il Parco di Molentargius e la nuova vita delle saline documentata dagli studenti cagliaritani
Dopo la dismissione dell’attività di estrazione del sale avvenuta nel 1985 a causa della concorrenza di impianti nazionali e internazionali e per contrastare l’inquinamento dovuto all’espansione urbanistica, la Regione Sardegna decide nel 1999 di aprire il Parco di Molentargius, in provincia di Cagliari, in una delle aree umide più importanti d’Europa, dove oltre al fenicottero rosa, tra i simboli distintivi della città di Cagliari, trovano dimora numerosissime specie animali, soprattutto appartenenti all’avifauna.
Il Parco naturale si estende su un territorio di oltre 1.600 ettari all’interno dei Comuni di Cagliari, Quartu Sant’Elena, Quartucciu, Selargius e il litorale del Poetto e negli anni ha attraversato un percorso di trasformazione e riqualificazione straordinaria, conservando però la sua storia e quindi vasche, canali, ponti ed edifici della “Città del Sale” e i suoi macchinari, testimonianza del passato e dell’intensa attività industriale delle saline, che per molti anni sono state fonte di ricchezza economica per Cagliari e i suoi abitanti.
A tre anni di distanza dal monitoraggio civico realizzato dal team RiSaliamo dell’Istituto Meucci-Mattei di Decimomannu nell’edizione 2020-2021 di A Scuola di OpenCoesione, le docenti sono tornate sul posto per indagare lo stato di avanzamento dell’intervento finanziato dal FESR 2014-2020, sul “RECUPERO DELLE STRUTTURE DELLE EX SALINE DI STATO PER FINI TURISTICI E DIDATTICI” e per restituire la fotografia attuale del progetto.
Secondo le indicazioni della DGR 32/2 del 31.05.2016, la riconversione dell’area prevedeva l'utilizzo dell’edificio dei Sali potassici come centro nevralgico di formazione didattico-sportiva, in una prospettiva di integrazione del Parco nel nuovo modello di sviluppo fondato sulla valorizzazione delle zone umide e dei compendi salinieri.
Se nel 2021, al termine della ricerca di monitoraggio civico realizzata dal team RiSaliamo, i lavori di recupero e ristrutturazione erano ancora in fase di affidamento, oggi risultano terminati (dal mese di dicembre 2023) e hanno riguardato in particolare il corpo centrale dell’edificio, patrimonio di archeologia industriale.
Al momento, la parte esterna è stata completata come da progetto, ma si sono rese necessarie diverse varianti. Si era pensato, ad esempio, di recuperare integralmente le parti lignee della copertura del tetto ma, poiché danneggiate, si è deciso per la loro sostituzione.
Per buona parte dei lavori, fin dove è stato possibile, sono stati utilizzati i materiali originali, trattati e ripuliti. La struttura che trasportava i materiali da essiccare nel forno caldaia, infatti, è stata perfettamente restaurata, ed è oggi funzionante.
“Entro il 2025 è previsto il completamento del corpo centrale che sarà dedicato al Museo del Sale. La sua inaugurazione - racconta la professoressa Luisa Melis, che è stata accompagnata nella visita dalle colleghe Giorgia Bibiri e Susanna Pisu e dalla biologa del Parco Laura Durante - è ormai vicina, mentre il corpo laterale esterno sulla sinistra, destinato alle attività relative allo sport del remo, è già una realtà. Per il completamento del corpo laterale destro si prevedono invece tempi più lunghi, salvo riuscire a reperire a breve nuovi finanziamenti”.
A visita conclusa, le docenti osservano come il progetto, seppur lentamente, stia finalmente prendendo vita. L’edificio è stato salvato dallo stato di degrado e abbandono a cui sembrava essere destinato durante il monitoraggio degli studenti e delle studentesse cagliaritane.
Il progetto è stato monitorato anche dal team MultiSALE TrasverSALI che ha seguito l’indirizzo ASOC Scuole Medie dell’edizione 2023-2024 appena conclusa, e dal loro report Monithon si raccolgono aggiornamenti sull’edificio Ex Locomotori che, un tempo impiegato per il ricovero dei mezzi Decauville (ferrovie a scartamento ridotto) è destinato a ospitare la Stazione Ambientale Biologica. In questa nuova sede, verrà sviluppata l’attività di monitoraggio, studio e ricerca sull’ambiente del Parco, oltre all’analisi delle acque e all’attività didattico-ambientale.