Portare fuori la voce dei detenuti: gli studenti ferraresi creano un ponte tra cittadinanza e casa circondariale
“Hanno assistito alle prove dell'Amleto riletto dai carcerati sotto la lente del rapporto tra padri e figli, poi c'è stato uno spazio per le domande e infine abbiamo fatto merenda insieme in un clima di ‘confidenza’. Una volta fuori dal carcere, i pregiudizi degli studenti si sono tramutati nella scoperta di un luogo fatto di persone come noi, con errori sulle spalle di cui si pentono”.
È così che inizia il suo racconto Silvia Romagnoli, la docente che ha accompagnato gli studenti e le studentesse del Liceo “Ludovico Ariosto” di Ferrara nell’esperienza di monitoraggio civico ASOC 2020-2021. Un viaggio che ha portato il team A.L.I. a sviluppare non solo competenze progettuali e di analisi, ma che ha fatto comprendere loro quanto sia importante camminare insieme per il raggiungimento di un obiettivo comune.
Per oltrepassare le difficoltà iniziali e favorire un ambiente collaborativo tra i membri del team Ariosto Liberi Insieme, la scelta del progetto è ricaduta su un tema complesso ma molto sentito. Si tratta, infatti, di un intervento che riguarda l’inclusione sociale e lavorativa di persone in esecuzione penale della Casa Circondariale di Ferrara, finanziato con risorse del Fondo Sociale Europeo nell’ambito del ciclo di programmazione 2014-2020 della Regione Emilia-Romagna.
“La realizzazione - spiega la professoressa Romagnoli - è stata molto più dura del previsto: il COVID-19 ci aveva allontanato fisicamente dalla scuola e lavorare a distanza non è stato facile. Ma lo stesso vale anche per il carcere, che di per sé è già un luogo chiuso. La maggiore difficoltà - continua la docente - è stata la rigidità del sistema: permessi, controlli, privacy, insomma abbiamo capito subito che non saremo mai riusciti a operare concretamente per favorire il reinserimento di ex carcerati, ma potevamo solo tentare di sensibilizzare chi sta fuori rispetto ad alcune problematiche, come il sovraffollamento e la mancanza di personale”.
Gli studenti e le studentesse hanno intervistato tutti gli attori protagonisti dell’intervento, i quali hanno messo in evidenza il valore rieducativo del progetto, capace di migliorare le competenze professionali e relazionali dei detenuti, promuovere il benessere psicologico e infine incidere significativamente sulla riduzione recidiva.
Il team ha deciso di focalizzarsi sull’obiettivo di portare all’esterno la voce del carcere per abbattere stereotipi e pregiudizi, costruendo un ponte che unisca le persone. Per perseguire questo intento, si sono messi in gioco collaborando con la rivista della casa circondariale “Astrolabio”. Hanno poi organizzato un convegno pubblico, aperto alla cittadinanza, al quale hanno invitato esperti e rappresentanti delle istituzioni, tra cui l’allora vicepresidente regionale.
Inoltre, grazie al contatto tra il Liceo Ariosto e Teatro Nucleo, che da vent’anni promuove laboratori teatrali nella casa circondariale di Ferrara, la classe ha avuto l’opportunità di assistere alle prove di uno spettacolo realizzato dai detenuti, ma soprattutto di dialogare con loro.
“L’opportunità della visita - racconta la professoressa Romagnoli - si è concretizzata nel giugno del 2022, a scuola conclusa. I ragazzi hanno praticamente travolto i carcerati con mille domande e osservazioni e, cosa più importante, hanno tirato fuori le loro emozioni più profonde, che personalmente non avevo mai visto in 5 anni di insegnamento con loro”.
Oggi gli studenti e le studentesse del team “A.L.I. Ariosto Liberi Insieme” vivono le proprie scelte universitarie e lavorative con uno sguardo più attento al tema dell'inclusione sociale. Qualcuno ha scelto di studiare nell’ambito della Cooperazione internazionale, chi di operare nel Terzo settore.
Dice la docente: “Su quelle scelte spero abbia influito anche il nostro percorso di monitoraggio civico con ASOC”.