Data Card - Le politiche di coesione, “M’illumino di meno” e la moda sostenibile

13/02/2025

Nel 2022, con la legge numero 34, il 16 febbraio è stata riconosciuta come “Giornata nazionale del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili”. La data scelta coincide con l’anniversario del Protocollo di Kyoto, il primo strumento giuridicamente vincolante che impegnava i Paesi a ridurre le emissioni.

Una decisione dettata anche dalla concomitanza con “M’illumino di Meno”, campagna di sensibilizzazione sul risparmio energetico e sugli stili di vita sostenibili promossa per la prima volta il 16 febbraio 2005 all’interno del programma radiofonico Caterpillar, in onda su Rai Radio2, che chiese agli ascoltatori di spegnere simbolicamente le luci e riflettere insieme sull'uso dell'energia.

Una campagna che parla di educazione ambientale, comunità e partecipazione, per incentivare l’attivismo in prima persona dei cittadini-ascoltatori, invitandoli a realizzare iniziative dedicate al risparmio energetico e alla sostenibilità. Fedele all’idea iniziale della campagna, per l’occasione moltissimi Comuni, dai capoluoghi di provincia ai paesi minori, spengono le proprie piazze, vie e monumenti.

Ogni anno, l’iniziativa si focalizza su un tema: le azioni in occasione della Giornata nazionale del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili 2025 sono dedicate agli swap parties, agli abiti di seconda mano, all’upcycling, al riciclo e alla riparazione, con l’obiettivo di riflettere sull’importanza di affrontare le problematiche sociali ed ambientali collegate all’emergenza del fast fashion, applicando anche alla moda il concetto di economia circolare, per affrontare il problema dei rifiuti del settore tessile, anche perché in questi ambiti la raccolta differenziata (che in tutta Europea è obbligatoria dal 2025, mentre in Italia è stata introdotta per legge nel gennaio del 2022) risulta strutturata ancora in modo parziale: secondo le stime di Ispra, in Italia il 5,7% dei rifiuti indifferenziati è composto da rifiuti tessili, si tratta di circa 663 mila tonnellate/anno destinate a smaltimento in discarica o nell’inceneritore e che potrebbero essere, in grande parte, riutilizzate o riciclate.

Secondo stime dell'Agenzia europea per l’Ambiente, nel 2020 l'Ue avrebbe generato 6,95 milioni di tonnellate di rifiuti tessili, circa 16 chilogrammi a persona. Di questi, 4,4 kg a persona sono stati raccolti separatamente per essere riutilizzati e riciclati, mentre 11,6 kg a persona sono finiti nei rifiuti domestici misti.

“La crescita della moda veloce, favorita in parte dai social media e dall'industria che porta le tendenze della moda a un numero maggiore di consumatori a un ritmo più rapido rispetto al passato, ha svolto un ruolo fondamentale nell'aumento dei consumi” spiega un’analisi pubblicata sul sito del Parlamento europeo.

Con la Data Card di febbraio 2025, OpenCoesione evidenzia gli interventi delle politiche di coesione che supportano un nuovo approccio alla produzione di fibre, anche a partire da pratiche di riutilizzo