Storie di progetto

Il futuro dei muretti a secco nel Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise

Il progetto in breve

Il futuro dei muretti a secco nel Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise - infografica

La storia del progetto

Filignano (IS) è uno dei Comuni molisani nel Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Se ci fosse l'opportunità di osservare una foto aerea del suo territorio scattata negli anni 50 del Novecento, l’immagine restituirebbe un territorio in larga parte scoperto e terrazzato. Una delle caratteristiche di Filignano sono i muri a secco, usati per realizzare vie, terrazzamenti, tholos (ricoveri) e recinti: sono segni del paesaggio che derivano dall'epoca napoleonica, con l'assegnazione delle terre e la domesticazione della montagna. Anche se oggi il bosco ha riconquistato le aree rurali, queste restano attraversate da una rete di vie murate che si estende in tutto per una lunghezza complessiva di circa 80 chilometri.

I ragazzi impegnati nel "campo-scuola" per i muretti a secco

È a questa rete che sono rivolte alcune azioni che il Parco nazionale ha potuto realizzare grazie a un finanziamento di 240.000 euro del Programma Operativo Complementare (POC) MOLISE, nell'ambito della Strategia nazionale aree interne. 

"L'obiettivo dell'intervento è la valorizzazione del patrimonio culturale diffuso dei monti delle Mainarde" spiegano dal Parco nazionale. "Per questo - continuano - abbiamo incaricato un archeologo esperto di GIS (sistema di informazioni geografico) che ha rilevato tutti i beni culturali, sia quelli legati alla rete viaria che ciò che si trova lungo i percorsi, come siti di interesse archeologico, aie, recinti (luoghi in cui un tempo si coltivava), capanne in pietra, edicole votive (ben 70), e riportato poi tutti i dati su mappa, per creare una cartografia e tabellare i beni".

Oltre a questo aspetto, il progetto si è concretizzato in un "cantiere scuola", che a Filignano ha interessato diversi tratti del cosiddetto sistema delle vie murate. Il taglio della formazione è stato essenzialmente pratico e ha riguardato l’approccio al degrado delle costruzioni in pietra e le tecniche di manutenzione e ripristino. In un comunicato diffuso dal Parco si riportano le impressioni di alcuni giovani coinvolti, come Matteo, nato e cresciuto a Filignano: "Quando ero ragazzino non capivo molto delle tecniche di posa delle pietre. Durante i mesi del cantiere scuola, invece, ho avuto modo di apprenderle in maniera approfondita e corretta. Inoltre, con le lezioni teoriche sulla storia e sulle tipologie dei muri, oggi posso dire che, quando mi trovo davanti a un muro a secco, non vedo più solo pietre".

"Il Recupero di conoscenza di certe tecniche costruttive è fondamentale per la manutenzione del territorio e il recupero dei paesaggi storici. L’Ente Parco ne è consapevole e intende, per il futuro, ripetere simili esperienze. Intanto pubblicherà, anche in forza di questa prima esperienza, un manuale sulle tecniche di ripristino a uso di tutti" spiega l'ente parco.

Grazie all'intervento finanziato dalla politica di coesione, che fa seguito a  un altro che negli scorsi anni ha visto valorizzare il sito archeologico delle Mure di Mennella, è stato riaperto alla percorribilità l'80% delle vie murate. Il cantiere scuola, che si è tenuto da maggio a luglio 2024, ha visto la partecipazione di 3 giovani selezionati tra quanti interessati. Per il Parco nazionale, questo progetto "di riqualificazione del paesaggio, oltre a ripristinare i segni dell'uomo, svolge anche una funzione importante per quanto riguarda l'aspetto della tenuta idrogeologica, con un intervento leggero che garantisce un futuro a un aspetto unico e irripetibile del paesaggio molisano".