Potenziamento del Sardinia Radio Telescope
Il progetto in breve
La storia del progetto
Con la sua enorme parabola di 64 metri di diametro, che serve a raccogliere onde radio provenienti dallo spazio profondo, il Sardinia Radio Telescope (SRT) è uno dei radiotelescopi più grandi d’Europa, nonché tra i più tecnologicamente avanzati al mondo.
Grazie alle sue prestazioni eccezionali, il SRT ha subito rivestito un ruolo fondamentale nella ricerca astronomica e nella scoperta di nuove conoscenze sull’universo primordiale. Per questo, nel 2019, su decisione del Ministero dell’Università e della Ricerca è stato finanziato con fondi europei (FESR) e nazionali (FSC) un progetto di potenziamento, per un importo di 18.683.000 euro.
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Sito SRT, Ph © Mike Peel |
Concepito tra gli anni Novanta e gli anni Duemila come un nuovo strumento di ricerca condiviso tra Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e Agenzia Spaziale Italiana (ASI), finanziato dal governo italiano, l’Unione europea e la Regione Sardegna, questo prodigio della scienza e della tecnica si trova a San Basilio, nella Sardegna centrale, in una piana naturale scelta per il suo “silenzio radio”, ed è gestito dall’Istituto Nazionale di Astrofisica tramite l’Osservatorio Astronomico di Cagliari (OAC).
Inaugurato ufficialmente il 30 settembre 2013, il SRT permette di captare onde radio emesse da oggetti come stelle di neutroni, quasar, pulsar e altri oggetti delle galassie distanti, e tra i suoi obiettivi è inclusa anche la ricerca di vita extraterrestre nell’ambito del progetto internazionale SETI (Search for Extra Terrestrial Intelligence). Inoltre, grazie alla sua capacità di rilevare le emissioni di raggi cosmici ad alta energia, il SRT fornisce un importante contributo all’astrofisica a livello internazionale.
Oltre 18 milioni di euro per potenziare
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Il progetto di potenziamento avviato nel 2019 ha come obiettivo lo sviluppo di ulteriori infrastrutture scientifiche e l’acquisizione di nuove attrezzature e strumenti avanzati, e coinvolge diverse stazioni radioastronomiche INAF situate in Emilia-Romagna, Sicilia e Toscana, oltre che naturalmente in Sardegna. In particolare, il potenziamento prevede la costruzione di nuovi ricevitori multi-feed che permetteranno di captare onde elettromagnetiche con una frequenza fino a 100 Ghz (attualmente il SRT si limita a captare onde con una frequenza non superiore a 26,5 Ghz), l’installazione di un nuovo sistema di back-end digitale per analizzare i segnali captati, l’acquisizione di ulteriori strumenti metrologici per ottimizzare il puntamento delle antenne.
Uno dei più avanzati e potenti
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L’intervento ha coinvolto 15 nuovi ricercatori oltre a diversi tecnici e operai specializzati, per un totale di 60 persone impiegate nelle attività per il potenziamento delle infrastrutture. Nel 2020, inoltre, il SRT ha ricevuto un ulteriore finanziamento FSC di circa 1,5 milioni di euro per sostenere la formazione del personale tecnico e scientifico impegnato nella gestione del telescopio e per lo sviluppo di attività di divulgazione scientifica rivolte al pubblico. Grazie a questo intervento, sono stati formati 18 assegnisti di ricerca, di cui la metà provenienti dalla Sardegna.
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Sardinia Radio Telescope, San Basilio (CA) Ph © Mike Peel |
I finanziamenti delle politiche di coesione hanno così permesso di realizzare il più potente radiotelescopio italiano nonché uno dei più avanzati al mondo, creando nuove opportunità di ricerca scientifica e di sviluppo tecnologico in un campo, quello dell’astrofisica, la cui evoluzione non conosce confini, e contribuendo in modo rilevante allo sviluppo del territorio.