San Giovanni a Teduccio: da periferia industriale a polo dell’innovazione
Il progetto in breve
La storia del progetto
Fino alla metà degli anni 70 del secolo scorso il quartiere napoletano di San Giovanni a Teduccio è stato associato alla fabbrica di conserve alimentari Cirio, fondata nella seconda metà dell’Ottocento, in uno dei periodi di massima espansione urbana e industriale della zona.
Con la progressiva dismissione industriale, l’area ha vissuto un lungo periodo di degrado. Dopo oltre trent’anni di abbandono, grazie ai fondi europei della coesione, la Regione Campania, in collaborazione con l’Università Federico II, hanno avviato un rilevante intervento di rigenerazione urbana nell’ex zona industriale. È nato così un Polo Tecnologico all’avanguardia, capace di attrarre grandi aziende internazionali dell’innovazione, che hanno creato spazi dedicati alla formazione avanzata e alla ricerca nel campo del digitale e dell’industria 4.0.

Il polo ospita oggi Academy, incubatori e laboratori dove si sviluppano app, si costruiscono reti digitali sicure e si formano figure professionali ad alta specializzazione. Un ecosistema che favorisce la nascita di startup, il trasferimento tecnologico e nuovi modelli di business, rendendo il Polo un centro nevralgico per l’innovazione a livello europeo e mondiale. Frequentato da migliaia di studenti, docenti e ricercatori da tutto il mondo, il campus “SGAT” genera occupazione qualificata e un indotto positivo per il quartiere, migliorandone le condizioni di vita.
Attualmente, per la formazione universitaria, il complesso ospita 9 aule didattiche con oltre 1.000 posti, uno spazio conferenze da 430 posti, aree studio e laboratori informatici.

Sono in fase di completamento nuovi edifici per accogliere ulteriori 4.000 studenti e nuovi laboratori. Una superficie totale di 60.000 metri quadri che comprende la riconversione nel corpo storico dell’ex opificio in un Palazzo dell’Innovazione e della Creatività e la realizzazione della sede napoletana dell’Istituto CNR ITC (Istituto Tecnologie per le Costruzioni), che opererà in sinergia con le attività del CeSMA e della Federico II creando ulteriori occasioni di sviluppo e di lavoro.
Il nuovo volto del quartiere conserva ancora tracce della sua identità industriale: elementi come la vecchia ciminiera sono stati rifunzionalizzati in chiave sostenibile, per trasmettere agli studenti la memoria storica del luogo.
Trasformazioni che uniscono innovazione e memoria, contribuendo in modo decisivo alla rinascita sociale, economica e culturale di San Giovanni a Teduccio.