Pillola n. 39 - Progetti di ricerca e innovazione nelle politiche di coesione del ciclo 2007-2013: analisi dei dati di monitoraggio aggiornati al 31 ottobre 2017

19/04/2018

Le politiche di coesione promuovono da tempo l’innovazione a livello territoriale attraverso una molteplicità di interventi diretti a sostenere la capacità di produzione e utilizzazione di ricerca e tecnologia nelle attività economiche, con la finalità di incrementare o consolidare le potenzialità di sviluppo autonomo dei territori. Per il ciclo di programmazione 2014-2020 tali interventi ricevono orientamento da parte di Strategie di Specializzazione Intelligente (Smart Specialization Strategies o S3) definite in Italia su scala regionale e nazionale.

Pur introducendo novità di rilevo, l’approccio S3 presenta non pochi elementi di continuità con l’impostazione in tema di Ricerca e Innovazione del Quadro Strategico Nazionale (QSN) per il ciclo di programmazione 2007-2013, su cui oggi è possibile ragionare a partire da dati relativi ai progetti di Ricerca, Innovazione e sviluppo di infrastrutture e capacità funzionali all’innovazione tecnologica pubblicati sul portale OpenCoesione (aggiornati al 31 ottobre 2017 e in fase di assestamento).

La strategia di promozione, valorizzazione e diffusione della ricerca e dell’innovazione per la competitività proposta dal QSN ha puntato: da un lato, sull’innovazione nell’offerta di ricerca scientifica, con il sostegno dei punti di riconosciuta eccellenza (Università, centri di ricerca,…) e la realizzazione di progetti di rilievo, frutto di collaborazioni di scopo tra amministrazioni, attori della ricerca e tessuto imprenditoriale; dall’altro, sull’attenuazione dei vincoli finanziari alle attività innovative e di ricerca delle imprese, e sull’innalzamento della qualità del capitale umano.

L’approccio delineato dal QSN ha quindi anticipato in parte ciò che, nella programmazione 2014-2020, si è consolidato sotto forma delle Strategie di Specializzazione Intelligente (S3), a cui l’Accordo di Partenariato affida il delicato compito di orientare lo sviluppo competitivo dei territori in modo coerente con le loro differenti capacità e aspirazioni di innovazione. Le S3 assumono nei processi d’innovazione la prospettiva del sistema d’impresa , favoriscono forme di investimento in R&S cooperativi tra imprese e soggetti della ricerca, promuovono l’impiego di capitale umano altamente qualificato e incoraggiano la valorizzazione economica e commerciale dei risultati della ricerca.

Questa Pillola propone un’analisi dei dati di monitoraggio presentati nel portale di OpenCoesione considerando un perimetro di progetti ridefinito al fine di cogliere le molteplici dimensioni dei processi di innovazione sostenuti dalla politica di coesione. Si sono quindi considerati: i progetti di diffusione e cooperazione pubblico privata, i progetti di ricerca svolti presso le Università e gli Istituti di ricerca, i progetti di ricerca e innovazione delle imprese, le opere e le infrastrutture per la ricerca (centri di ricerca, laboratori attrezzati, etc.), nonché le opere e gli impianti per l’industria e i servizi alle imprese quando funzionali a processi di innovazione, e, infine, i progetti di miglioramento e valorizzazione del capitale umano.

L’insieme considerato si ricava, a partire dalla classificazione CUP (Codice Unico di Progetto), utilizzando quali criteri di identificazione dei progetti, alcune fra le categorie di natura e tipologia degli interventi, in combinazione con alcuni settori e sottosettori nei quali ricade l’investimento. La selezione è stata inoltre integrata considerando anche procedure di selezione e finanziamento dei progetti (procedure di attivazione) rilevanti per l’insieme di interesse. I criteri utilizzati sono esplicitati in dettaglio nei metadati. L’elenco dei progetti considerati è disponibile in formato aperto qui e sarà tenuto aggiornato nei successivi aggiornamenti bimestrali nella sezione dedicata agli “Approfondimenti tematici sui progetti in attuazione” della pagina open data del portale OpenCoesione permettendo, in prospettiva, di osservare con sistematicità sia gli ulteriori avanzamenti del ciclo di programmazione 2017-2013 sia, con opportuni adattamenti, l’attuazione della programmazione 2014-2020. Si ricorda che con il termine “progetti in attuazione” si fa riferimento sia a progetti in corso di realizzazione e sia a progetti conclusi. Si precisa inoltre che il perimetro di progetti Ricerca e Innovazione (R&I) individuato non è del tutto coincidente con quello composto dai progetti classificati nel Tema Sintetico di OpenCoesione ‘Ricerca e Innovazione’, che risponde prevalentemente al criterio del Tema Prioritario UE (qui il raccordo). Tali criteri sono stati sviluppati con la finalità di includere nell’analisi dell’intervento in R&I quei progetti che, se appartenessero alla programmazione 2014-2020, ricadrebbero sotto l’egida delle Specializzazioni intelligenti.

Gli approfondimenti condotti considerano gli ambiti di programmazione, la natura, la tipologia, la classe dimensionale dei progetti del perimetro; per un sottoinsieme del perimetro, costituito dai progetti che presentano la natura di incentivo alle imprese, si propone un’analisi della relativa distribuzione territoriale e dell’articolazione settoriale e, infine, per un ulteriore sottoinsieme del perimetro, che include i progetti di ricerca presso università e istituti di ricerca e di cooperazione pubblico-privata, si presenta un’articolazione per tipologia di soggetto attuatore.

 

Progetti di Ricerca e Innovazione: gli ambiti di programmazione

I progetti riferibili alla tematica Ricerca e Innovazione (identificati sulla base dei criteri prima esposti), avviati nel ciclo di programmazione 2007-2013, sono 21.235, per un valore complessivo di Finanziamento Totale Pubblico (FTP, di seguito Finanziamento) pari a 8,8 miliardi di euro (Tavola 1). Si tratta di una voce significativa, pari al 9% del valore totale del Finanziamento dei progetti complessivamente osservabili nel monitoraggio al 31 ottobre 2017. Considerando il costo pubblico, ovvero il finanziamento totale pubblico al netto delle economie, il valore complessivo di questi progetti ammonta a circa 8,6 miliardi di euro.

Tali risorse provengono per l’89% dal bilancio europeo (Fondi Strutturali 2007-2013 – FS) integrato dalla relativa quota di cofinanziamento nazionale. I Programmi finanziati a valere sui sul FESR e sul FSE coprono, rispettivamente, l’85% ed il 4% del finanziamento, mentre le risorse allocate attraverso i Programmi nazionali (FSC e PAC 2007-2013) rappresentano, insieme, il restante 11%.

Tavola 1: Progetti R&I per ambito di programmazione (numero e importi in milioni di euro) - Dati sui progetti 2007-2013 aggiornati al 31 ottobre 2017

Concorrono al Finanziamento di questi progetti anche le cosiddette risorse attratte al ciclo 2007-2013, consistenti in risorse finanziarie ordinarie o risorse riferite al ciclo di programmazione precedente che si aggiungono alle risorse per la coesione del periodo considerato contribuendo al finanziamento degli interventi; tali risorse ammontano a circa 900 milioni di euro. A questi interventi è associato, al netto di quattro progetti di completamento del 2000-2006 che presentano valori fuori scala, un ammontare di risorse private pari a circa 3,6 miliardi di euro.

Il 79% dei progetti del perimetro osservato risulta concluso, corrispondente in valore alla metà del totale del Finanziamento; il restante 21% comprende progetti liquidati (5%) e progetti ancora in corso (16%).

La distribuzione territoriale del valore dei progetti segnala che i progetti localizzati nelle regioni della macro-area “convergenza 2007-2013” (Calabria, Campania, Puglia, Sicilia) compongono il 60% del Finanziamento (5,2 miliardi di euro). In tale area, oltre ai Programmi operativi regionali, è intervenuto anche il Programma operativo nazionale Ricerca e Competitività (PON REC 2007-2013) attraverso il quale sono stati attivati 2.789 progetti per un valore di Finanziamento di 4,2 miliardi di euro.

I progetti che riguardano la più ampia area del Mezzogiorno (che include oltre alle già citate regioni dell’area convergenza anche Basilicata, Abruzzo, Molise e Sardegna,) assorbono circa 2/3 del Finanziamento totale, mentre il 28,4% del Finanziamento si riconduce a progetti realizzati nell’area Centro nord (Tavola 2); tale quota è più elevata di quella che la politica di coesione 2007-2013, nel suo complesso, ha indirizzato verso l’area Centro Nord (21,3%, per circa 21 miliardi di euro in valore assoluto) segnalando una tendenza – non poco controversa – delle politiche di coesione a indurre i territori a più alto grado di sviluppo verso un maggior uso di risorse per la ricerca e l’innovazione.

Tavola 2: Progetti R&I distribuzione per macroarea (numero e importi in milioni di euro) - Dati sui progetti 2007-2013 aggiornati al 31 ottobre 2017

 

Progetti di Ricerca e Innovazione: natura e tipologia dei progetti

L’analisi della natura dei progetti (Tavola 3) conferma la priorità assegnata all’incentivazione delle attività d’innovazione e ricerca nelle imprese, all’interno della complessiva strategia per la ricerca e l’innovazione del ciclo 2007-2013. I progetti che presentano natura d’incentivo ad unità produttive ammontano complessivamente a 4,2 miliardi di euro e rappresentano il 47,5% del valore del Finanziamento complessivo.

Tavola 3: Progetti R&I per natura (numero e importi in milioni di euro) - Dati sui progetti 2007-2013 aggiornati al 31 ottobre 2017

Gli incentivi in larga parte si sostanziano in aiuti per la realizzazione di progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale diretti alle PMI, alle grandi imprese e alle reti di imprese o prevedono il sostegno a innovazioni di processo e organizzative, anche attraverso l’acquisizione di servizi e/o prodotti ICT da parte delle imprese o, ancora, sostengono l’avvio di start-up e processi di spin off. Talvolta i bandi e gli avvisi hanno favorito la dimensione settoriale o di filiera (ad esempio: made in Italy, turismo, modalità sostenibile, edilizia sostenibile), mentre in altri casi le selezioni sono circoscritte all’ambito tecnologico che si intende promuovere (ad esempio: tecnologie per il risparmio energetico, tecnologie ambientali, ecc.).

Gli stessi progetti che presentano la natura di incentivo possono essere analizzati aggregandoli per procedure di attivazione (bandi, avvisi, ecc.). Le procedure di attivazione in virtù delle quali sono state destinate maggiori risorse comprendono avvisi per progetti integrati di innovazione (PIA INNOVAZIONE: sviluppo precompetitivo e industrializzazione 374 milioni di euro a valere sulle risorse del PON REC 2007-2013), i Contratti di sviluppo (122 milioni di euro a valere sulle risorse del PON REC 2007-2013), le azioni di sostegno all’attività di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale in connessione con le filiere produttive (120 milioni di euro a valere sulle risorse del POR FESR Sicilia 2007-2013) e il bando Innovazione PMI adozione tecnologie ambientali (112 milioni di euro - POR FESR Piemonte 2007-2013).

I progetti classificati come acquisto o realizzazione di servizi rappresentano il 32% del Finanziamento complessivamente considerato (per un valore di 2,79 miliardi di euro) e consistono in progetti di ricerca svolti presso Università, Enti e Istituti di ricerca o in progetti di ricerca collaborativa pubblico-privata. In circa la metà dei casi, attraverso la descrizione della categoria CUP è possibile risalire all’ambito nel quale è stata condotta l’attività di ricerca. Tra quelli che ricorrono più frequentemente, si segnalano: produzione e tecnologie industriali, protezione e promozione della salute umana, tecnologie dell’informazione, biotecnologie e salute, controllo e tutela dell’ambiente terrestre e marino.

Il 9% del valore del Finanziamento (corrispondente a 822 milioni di euro) è stato utilizzato per l’acquisto di beni e strumentazioni per laboratori didattici presso Università, centri di ricerca, centri di competenza o istituti scolastici.

Le infrastrutture per la ricerca (opere ed impianti) costituiscono la tipologia meno numerosa in termini di progetti (98 progetti) per un Finanziamento di 525,7 milioni (6% del Finanziamento del perimetro). Tali operazioni hanno tuttavia una taglia finanziaria più consistente in quanto circa il 70% del Finanziamento è volto al sostegno di progetti con un valore superiore a 10 milioni di euro. Tra questi si segnalano, ad esempio, la realizzazione a Palermo del Centro per le biotecnologie e la ricerca biomedica finanziato sul fondo FSC (209 milioni di euro) e la realizzazione del Centro di Servizi comuni di alta qualificazione tecnologica per la ricerca (CESAR) per il polo Universitario di Cagliari (44,5 milioni di euro) anche in questo caso a valere sul fondo nazionale FSC.

Rappresentano il 4% del valore del Finanziamento le oltre 2.000 iniziative (contributi a persone) volte allo sviluppo del potenziale umano nel settore della ricerca e dell’innovazione, in particolare mediante borse, assegni e dottorati di ricerca finanziati a valere sul FSE.

Infine, presentano la natura di conferimenti di capitale a fondi di rischio o di garanzia tre operazioni per un importo complessivo di 145 milioni di euro. Tali operazioni, come illustrato nel paragrafo seguente, costituiscono solo una parte degli strumenti di ingegneria finanziaria attivati con risorse della coesione 2007-2013 per finanziare progetti e attività di ricerca e innovazione.

 

Gli strumenti di ingegneria finanziaria: risorse e finalità

La costituzione di fondi di ingegneria finanziaria nel periodo di programmazione 2007-2013 non è stata sempre classificata uniformemente, anche a causa delle modalità operative, che a volte hanno combinato garanzie, interventi di capitale di rischio, concessione di prestiti, con cui i fondi a carattere rotativo hanno sostenuto imprese e attività innovative. Utilizzando elaborazioni più approfondite, 13 risultano essere i fondi di ingegneria finanziaria o rotativi costituiti a valere su risorse della programmazione 2007-2013 e finalizzati a sostenere la ricerca e l’innovazione, per un valore complessivo pari a circa 1,65 miliardi di euro. Ad esempio, nella classificazione sopra riportata (Tavola 3) gli importanti fondi del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) di sostegno ai Contratti di Sviluppo, alle Start up, o i versamenti a sezioni specializzate del Fondo Centrale di Garanzia, non risultano classificati fra i fondi, ma come “concessione di incentivi ad unità produttive”.

Pur permanendo ancora il rischio di possibili imprecisioni è possibile ora presentare alcune dimensioni di insieme degli strumenti di ingegneria finanziaria che perseguono le finalità della coesione attraverso sovvenzioni rimborsabili, garanzie, conferimenti di capitale, ecc. La responsabilità per l’attivazione di questi fondi è in larga misura del Ministero dello Sviluppo Economico a cui si deve l’avvio di fondi di ingegneria finanziaria per un volume complessivo di risorse pari a 1,4 miliardi di euro (87% del totale fondi censiti). Fra questi riveste un’importanza di gran lunga più elevata degli altri la costituzione di una riserva all’interno del Fondo centrale di Garanzia (FOGA) con una dotazione di 871,1 milioni di euro che rappresenta, da sola, il 60% della dotazione dei fondi che hanno operato nelle quattro regioni dell’area Convergenza.

A livello regionale, nell’ambito della marco-area Competitività, spiccano la Regione Lazio, che ha costituito tre fondi per un importo complessivo di 145 milioni di euro, di cui uno finalizzato all’innovazione nell’ambito dell’efficienza energetica, e la Regione Veneto, che ha costituito un fondo di rotazione per investimenti innovativi delle PMI con una dotazione di 67,4 milioni di euro.

I fondi di ingegneria finanziaria variano molto gli uni dagli altri quanto alle modalità di sostegno finanziario che forniscono, e di conseguenza, quanto ai rischi assunti dagli intermediari che li gestiscono e al contenuto di innovazione dei progetti che finanziano. In alcuni casi fondi rischi o di investimenti parzialmente rimborsabili possono finanziare anche attività ad alto contenuto di tecnologia o dai rendimenti attesi elevati ma di lungo periodo. Nel caso dei fondi che finanziano la concessione di prestiti o garanzie, i progetti finanziati di frequente sostengono più convenzionali attività di sviluppo sperimentale all’interno di aziende.

Gli aspetti innovativi che inducono gli analisti ad includerli all’interno della strumentazione di attuazione di strategie di specializzazione intelligente (S3) consistono, soprattutto, nella loro natura rotativa che amplifica l’effetto finanziario delle sole risorse pubbliche, associata alla loro capacità di attivare risorse e competenze di intermediari finanziari. Nella qualità del rapporto contrattuale che il finanziatore dei fondi riesce ad instaurare con gli intermediari finanziari incaricati di gestirli, sta la principale determinante della loro efficacia nel promuovere innovazione a livello territoriale. L’esperienza svolta nel periodo 2007-2013 su questi aspetti può aver contribuito a sviluppare nei programmatori competenze e professionalità che potranno auspicabilmente accrescere l’efficacia di queste iniziative finanziarie nel ciclo 2014-2020.

 

Progetti di Ricerca e Innovazione: classe dimensionale e ambito di programmazione

La distribuzione dei progetti per classe dimensionale (Tavola 4), che fa riferimento al complesso dei progetti selezionati inclusi quelli degli strumenti di ingegneria finanziaria per i quali sono disponibili informazioni di dettaglio sul singolo beneficiario, evidenzia che circa il 46% delle risorse ha finanziato progetti dal valore compreso tra 1 milione a 10 milioni di euro in termini di Finanziamento. Ricade in questa classe dimensionale una quota molto significativa di progetti di ricerca in senso proprio aventi carattere prevalentemente immateriale, e perciò classificati come “acquisto o realizzazione di servizi”. Hanno una dimensione in genere inferiore i progetti classificati come incentivi alle imprese: nella classe che include progetti dal valore compreso tra 100.000 e 1 milione di euro ricadono il 50% degli incentivi alle imprese.

Analizzando la dimensione finanziaria degli interventi nei diversi ambiti di programmazione, distinguendo dunque i programmi dei Fondi Strutturali europei da quelli finanziati con risorse nazionali, emerge che le fonti nazionali sono state le maggiori finanziatrici dei progetti di dimensioni più rilevanti (Figura 1). Quasi la metà delle risorse nazionali (48,7%) finanzia infatti progetti con un valore finanziario superiore ai 10 milioni di euro, mentre una percentuale molto simile delle risorse derivanti dai Fondi Strutturali (48,5%) ha finanziato progetti che rientrano nella classe precedente, ovvero quella che include progetti con un valore compreso tra 1 e 10 milioni di euro.

 

Tavola 4: Progetti R&I per classe dimensionale di importo (numero e importi in milioni di euro) - Dati sui progetti 2007-2013 aggiornati al 31 ottobre 2017

Figura 1: Distribuzione dei progetti R&I per classe dimensionale di importo e ambito di programmazione (% Finanziamento Totale Pubblico) - Dati sui progetti 2007-2013 aggiornati al 31 ottobre 2017

 

Come si sono distribuiti gli incentivi sul territorio nazionale?

Nella strategia del QSN 2007-2013 la scarsa capacità innovativa del settore privato, anche nelle imprese di maggiori dimensioni, è riconosciuta come uno dei fattori di freno al riposizionamento competitivo dei sistemi produttivi locali e come una delle principali cause del ritardo della competitività del Paese. In tal senso la politica regionale ha puntato sull’attenuazione dei vincoli finanziari alle attività innovative di ricerca nelle imprese.

I progetti del perimetro R&I considerato che presentano la natura CUP di incentivo ad unità produttive rappresentano il 47% del Finanziamento complessivo (4,2 miliardi di euro). Tuttavia non è possibile considerare gli interventi che consistono in fondi di ingegneria finanziaria per i quali non sono disponibili, nel Sistema di Monitoraggio Unitario, informazioni di dettaglio sul singolo beneficiario (6 progetti, di cui 3 con classificazione CUP “incentivo” e 3 con classificazione CUP “conferimenti in capitale”), pertanto le elaborazioni riguardano 14.526 interventi per un Finanziamento di 3,2 miliardi di euro (75% del totale incentivi).

Nella Tavola 5 si dà conto della distribuzione per regione dei progetti di incentivo alle imprese per R&I e, poi, nella Figura 2 si propone una rappresentazione della distribuzione territoriale degli incentivi utilizzando a tal fine i confini geografici dei Sistemi Locali del Lavoro (SLL). In questo modo si riesce a tracciare sul territorio la quasi totalità dell’insieme in quanto le risorse pubbliche associate a progetti che ricadono in più di un SLL, o comunque non attribuibili a livello comunale, pesano per circa il 2%.

Tavola 5: Incentivi per attività di R&I distribuzione territoriale (numero e importi in milioni di euro) - Dati sui progetti 2007-2013 aggiornati al 31 ottobre 2017

La mappa 2a evidenzia una concentrazione di finanziamento pubblico nei SLL delle aree urbane di grande o media dimensione (Torino, Napoli, Roma, Firenze, Bari, Genova, Milano, Pisa, Catania), ma al contempo segnala anche che alcune aree collocate in prossimità dei grandi centri urbani, in molti casi SLL a carattere manifatturiero, hanno attratto finanziamenti pubblici per la ricerca e innovazione per un valore compreso fra 10 e 50 milioni di euro.

Si segnala il caso della Toscana  nei seguenti SLL del Made in Italy:  Tessile Abbigliamento di Prato, Legno e del Mobile di Poggibonsi, Gioiello di Arezzo; quello della Campania nei SLL dell’Agroalimentare di Nola e di Nocera Inferiore; del Piemonte nel SLL della Manifattura pesante, mezzi di trasporto di Chieri. Per le tre regioni citate l’accesso ai finanziamenti per la ricerca e l’innovazione appare più diffuso e ciò si riscontra anche osservando i dati ponderati del Finanziamento per il numero di occupati residenti, stima realizzata al fine di contenere l’effetto attrazione degli ambiti urbani più densamente popolati (mappa 2b) .

Le mappe consentono di visualizzare aree nel Mezzogiorno, come gran parte del territorio della Sardegna, della Sicilia, o nel nord del Paese, soprattutto nelle Province di Trento e Bolzano, dove le opportunità di finanziamento del ciclo 2007-2013, nell’ambito tematico in oggetto, sembrano essere state colte in misura inferiore rispetto al resto del paese.

Figura 2: Incentivi a imprese per attività di R&I per SLL (Finanziamento Totale Pubblico in valori assoluti e ponderato sul numero di occupati, euro) - Dati sui progetti 2007-2013 aggiornati al 31 ottobre 2017

Note: Sono esclusi i tre progetti relativi a strumenti di ingegneria finanziaria, classificati con natura di incentivo (FOGA-MISE, Fondo FIT PIA Completamento 2000-2006-MISE, Fondo di rotazione investimenti innovativi PMI-Regione Veneto), in quanto non sono disponibili nel Sistema di Monitoraggio Unitario informazioni di dettaglio sul singolo beneficiario.

Gli occupati residenti sono ‘Occupati totali che risiedono nel SLL al netto di coloro che lavorano nel proprio alloggio, di coloro che non hanno una sede fissa di lavoro (piazzisti, rappresentanti, ecc.) e di quelli che lavorano all’estero’ fonte ISTAT http://www.istat.it/it/files/2014/12/SLL2011-indicatori-qualita.zip.

 

A quali settori appartengono le imprese che hanno investito in R&I?

Limitatamente al medesimo insieme dei progetti che presentano la natura di incentivo ad unità produttiva, si è analizzata la distribuzione per settore di attività economica (escludendo anche in questo caso gli interventi che consistono in fondi di ingegneria finanziaria, per cui non si dispone, all’interno del Sistema di Monitoraggio Unitario, di informazioni di dettaglio sul singolo beneficiario).

Le imprese che hanno ricevuto incentivi per attività in R&I, nel 45% dei casi, appartengono al settore manifatturiero, come evidenzia la distribuzione per attività economica dei progetti e del valore del Finanziamento (Tavola 6). Le analisi realizzate mostrano il maggior peso relativo di settori come la Fabbricazione di computer, apparecchi elettronici e ottici, la Fabbricazione di metalli di base e lavorazione di prodotti in metallo e della Fabbricazione di macchinari ed apparecchi nonché la Fabbricazione di mezzi di trasporto. Si segnala anche la consistenza del numero dei progetti attuati da imprese che ricadono nel comparto Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco (9,14 % del totale progetti di ambito manifatturiero e 6,38 % del valore del Finanziamento, in quanto si tratta di progetti di piccola taglia).

Al manifatturiero seguono, sia per numerosità dei progetti (circa 3.000) che per peso del Finanziamento (20%), le Attività professionali, scientifiche e tecniche che comprendono attività di ricerca e sviluppo sperimentale (si tratta della divisione interna più rappresentata nel comparto), attività di studi di ingegneria e architettura, attività di design, attività di consulenza gestionale. Infine, il 18% dei progetti (corrispondente al 16% del Finanziamento) è riconducibile ad imprese che erogano servizi di informazione e comunicazione (ICT), tra cui attività di produzione di software e di consulenza informatica, di produzione cinematografica e video, di servizi di informazione ed altri servizi informatici.

Tavola 6: Incentivi per attività di R&I distribuzione settoriale delle imprese (numero e importi in milioni di euro) - Dati sui progetti 2007-2013 aggiornati al 31 ottobre 2017

Quali sono i soggetti responsabili dell’attuazione dei progetti di R&I rivolti a centri di ricerca o di carattere collaborativo?

L’orientamento del QSN verso processi di investimento in R&I cooperativi tra imprese e soggetti della ricerca, ampiamente confermata dalle S3 che caratterizzano il ciclo 2014-2020, ha suggerito un’ultima elaborazione riferita ad un sottoinsieme dei progetti del perimetro analizzato (4.540 progetti per un Finanziamento per 2,3 miliardi di Finanziamento). Si tratta dei progetti che risultano classificati all’interno del settore CUP “Ricerca e Sviluppo tecnologico e Innovazione, nei sottosettori “Progetti di diffusione e cooperazione pubblico-privata” e “Progetti di ricerca presso università e istituti di ricerca. In tale ambito si propone un’analisi delle tipologie di soggetto attuatore, ricostruite a partire dalla denominazione del soggetto attuatore e dalla relativa forma giuridica.

La tavola 7 mostra che le Università hanno attuato il numero più elevato di progetti di ricerca: oltre 1.500, per un Finanziamento di 596 milioni di euro. In particolare spiccano l’Università degli studi della Calabria (circa 300 progetti per 48,6 milioni di euro), segue l’Università degli studi di Catania (43 progetti per un totale complessivo di 45,8 milioni di euro) e l’Università di Napoli (64 progetti per un Finanziamento di 44 milioni di euro).

Le imprese rappresentano la seconda tipologia di soggetto per volume di Finanziamento. Si tratta di 787 progetti di ricerca svolti presso imprese per 520 milioni di euro. Tra quelli finanziariamente più rilevanti, a titolo esemplificativo, ritroviamo realtà imprenditoriali di significative dimensioni come Telecom Spa (2 progetti per un Finanziamento di 21 milioni di euro), Engineering Ingegneria informatica Spa (6 progetti pari a 17,9 milioni di euro), St Microelectronics srl (5 progetti per 13,3 milioni di euro) e, infine, Alenia aereonautica Spa (1 progetto per un valore pari a 12 milioni di euro).

Tavola 7: Soggetti attuatori di progetti di R&I rivolti a centri di ricerca o di carattere collaborativo per tipologia (numero e importi in milioni di euro) - Dati sui progetti 2007-2013 aggiornati al 31 ottobre 2017

Seguono, per dimensione di Finanziamento, i progetti attuati direttamente dalle Regioni, attraverso le Agenzie o gli Enti di Sviluppo regionali attivi nell’ambito della ricerca e innovazione o attraverso i sistemi delle reti o dei poli tecnologici, con oltre 1.000 progetti, per un valore di Finanziamento pari a 388,9 milioni di euro. Fra di esse spicca la Regione Emilia Romagna che conta 122 progetti per un valore di Finanziamento di 179 milioni di euro, seguita dalla Regione Campania, con 22 interventi per oltre 100 milioni di euro.

Tra gli Istituti e gli Enti pubblici di ricerca ricorre prevalentemente come soggetto attuatore il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) nelle sue diverse articolazioni territoriali e settoriali, ma anche l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) e il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA). Complessivamente questa tipologia di soggetto ha attivato un Finanziamento di 272 milioni di euro attraverso 471 progetti.

I centri di competenza e i consorzi pubblico privati, soggetti ai quali, in via prioritaria, è affidato il delicato compito di avvicinare il mondo della ricerca a quello dell’impresa, hanno attuato progetti per un volume complessivo di 200 milioni di euro, con una dimensione media progetto di circa 850 mila euro. Tra questi, a titolo esemplificativo, si citano: IMAST Scarl – Distretto tecnologico sull’ingegneria dei materiali polimerici e compositi e strutture; DHITECH – Distretto tecnologico High Tech Scarl, Cultura e Innovazione Scarl, Logistica Ricerca e Sviluppo Scarl, Biogem Scarl. Restando nell’ambito dei progetti attuati da partenariati pubblico privati, oltre 100 progetti (per un Finanziamento complessivo di 130 milioni) hanno come soggetto attuatore un’aggregazione di soggetti pubblici e privati; una tipologia all’interno della quale prevale la configurazione CNR /università/ impresa.

Infine le Fondazioni con un numero esiguo di progetti (18) hanno attivato oltre 80 milioni di euro, in larga parte riconducibili alla Fondazione RIMED.